Tour a Cortina D'Ampezzo
- Il Motar
- 26 ott 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Questo magnifico itinerario ha inizio da Maniago PN, dove risiedo. La grande fortuna di abitare in questa stupenda cittadina è praticamente di vivere a portata di mano con scenari splendidi quali le Dolomiti, la Carnia, il Cadore, il Veneto e migliaia di altri magnifici posti dove andare in moto… Andiamo a Spilimbergo, San Daniele, Osoppo, Gemona e Venzone, quest'ultimo noto per le famose mummie. Se nessuno ve lo dicesse fareste fatica a capire che tali paesi, assieme ai circostanti sono stati completamente distrutti dal terribile terremoto del 6 maggio '76 e perfettamente ricostruiti simboleggiano l'operosità e la tenacia del popolo friulano. Giunti a Carnia si procede verso Tolmezzo e Villa Santina dove si seguono le indicazioni per Sappada dove si lascia il Friuli e la Carnia e si entra nella regione Veneto e nel Cadore. Giunti ivi si procede in direzione di Santo Stefano di Cadore e di Auronzo di Cadore, due magnifiche località di montagna, ma proseguite diritti fino a Misurina (Auronzo di Cadore) dove, incastonato ai piedi delle tre cime di Lavaredo vi è un magnifico laghetto alpino. Qui si consiglia una sosta in uno degli ottimi agriturismi aperti tutto l'anno per rifocillarsi e la visita di alcuni meravigliosi negozietti per turisti che vendono prodotti locali. Si continua questa volta verso sud per Cortina d'Ampezzo, la perla delle Dolomiti. Qui la sosta e la visita sono d'obbligo. Ogni commento alla sua bellezza è puramente superfluo… Ripartendo si scende seguendo le indicazioni per Belluno e si attraversa una meravigliosa vallata che ospita i bellissimi paesetti di San Vito e Borca fino a giungere a Pieve di Cadore. Siccome vi trovate nella patria degli occhiali, a discrezione vostra è consigliata la visita al locale museo dell'occhiale. Lasciamo alle spalle Pieve con direzione Belluno. Giunti però in località Longarone alla nostra sinistra s'intravede il sinistro mostro della diga del Vajont. Seguiamo le indicazioni e vi ci rechiamo rientrando in Friuli. Questa diga e le valli adiacenti sono testimoni di un tetro passato. Nel lontano 9 ottobre 1963 un pezzo di montagna si staccava andando a piombare nell'invaso d'acqua creato dalla diga. Tale acqua trabordava in ogni direzione spazzando via i paesi che si trovavano sia nelle valli friulane che in quelle venete. La diga, ovviamente non più in funzione rimane a perenne ricordo di tale immane tragedia. Quindi si imbocca la strada di casa. Attraverso i paesi di Erto, Cimolais e Claut prendiamo in direzione di Maniago, patria del coltello.
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