Il saluto tra motociclisti
- Il Motar
- 21 ott 2017
- Tempo di lettura: 4 min
Un viaggio che ci porta a scoprire le radici del saluto tra centauri.
1. La leggenda narra di un cavaliere solitario di ritorno da una crociata, in sella al suo destriero da non si sa quanti giorni, che percorreva in salita un sentiero di montagna in una tranquilla giornata di sole. In alcuni tratti egli godeva nello spronare il suo cavallo per sentire il vento attraverso le fessure della sua armatura per poi rallentare e godersi i rumori del bosco che attraversava. Intanto più in alto e più in là verso l'orizzonte si scorgevano già le torri del castello dove stava facendo ritorno. Quand'ecco scorgere in lontananza ed in direzione contraria la figura di un altro cavaliere che si avvicinava anch'egli felice. Quando i due si incrociarono, quello proveniente dal castello, sollevò la mano destra e con l'indice ed il medio disposti a "V" salutò il cavaliere di ritorno il quale, non ricambiò il saluto... Il cavaliere di ritorno dal castello era diventato l'amante della principessa in assenza del cavaliere partito per la crociata. Ecco quindi come è giunto fino a noi, cavalieri di oggi, il gesto di salutarsi con le classiche dita a "V", poiché quello che non saluta, automaticamente impersonifica il cavalier cornuto…
2. Due cavalieri che all'interno di un bosco, dopo giorni passati a cavalcare in solitario, si incrociarono e senza un perché alzano entrambi la mano con le dita a V. Giunti alle reciproche destinazioni raccontarono l'accaduto e l'episodio fù considerato come segno di amicizia. Della storia si trova traccia anche nel racconto di Re Artu' e la tavola rotonda. Resta il fatto che "probabilmente" il saluto fra cavalieri sia retrodatabile all'inizio del 1200 d.c. quindi quando rifacciamo questo gesto in realtà ci scambiano un segno d'amicizia che ha radici così profonde che se ci si riflette seriamente, rappresenta una "cosa" assai seria. Forse non è così per caso che molti di noi riferendosi ad altri motociclisti riferiscano: "è vero che noi motociclisti siamo una vera famiglia.”
3. Nel periodo del fascismo nel dopo guerra, usava il saluto romano anche tra i motociclisti
4. C'è chi fa risalire a Churchill il saluto con le due dita unite, e che egli stesso riprese (credo) da un'epica battaglia vinta contro non ricordo chi, e che pare fosse un riferimento agli arcieri i quali, se fatti prigionieri, venivano privati proprio delle due dita, indice e medio, che servivano per tendere le frecce negli archi... al rientro coloro che erano sfuggiti a tale sevizia evidenziavano le dita sollevando la mano, per far vedere che erano ancora in grado di combattere con l'arco...
5. Finita l'era dei cavalli e con l'invenzione delle motociclette questo saluto fatto su 4 zampe è passato su 2 ruote.
II saluto quindi tra bikers risale senz'altro con l'inizio della invenzione della prima motocicletta o giù di lì.
Non solo saluto
I motociclisti fanno parte di una categoria a sé, per quanto riguarda gli utenti della strada. Tante le differenze con gli altri (soprattutto gli automobilisti) tra cui, l'utilizzo di un linguaggio codficato che permette loro di comprendersi anche quando si è alla guida. Sarà la passione condivisa, o anche solo la necessità di fare gruppo i motociclisti si capiscono, si salutano per strada pur non conoscendosi personalmente e si sentono simili, appartenenti ad una stessa grande famiglia, legati dalla condivisione della stessa passione per le due ruote. Non potendo sfruttare la mimica facciale a causa del casco, e la voce a causa della velocità, il loro linguaggio è fatto gioco forza di gesti e, il primo e più importante è senza dubbio il saluto. Quando due motociclisti si incontrano per strada, infatti, è buona regola scambiarsi il saluto mostrando il dito indice o l'indice e medio messi a V, oppure allargare il piede destro se si sta effettuando un sorpasso. Un altro gesto assolutamente fondamentale è quello che viene fatto dal motociclista che ci viene incontro per segnalare un eventuale ostacolo in arrivo. Muovere dall'alto verso il basso la mano sinistra a palmo aperto, significa letteralmente "vai piano e stai attento", un aiuto fondamentale per prevenire eventuale pericoli. A volte capita, invece, che si vada a fare un giro con degli amici, ognuno alla guida della propria moto: quando si sta facendo un giro in comitiva e d'improvviso si accende la spia della riserva, è necessario comunicare agli altri che hai bisogno di fare benzina. Per farlo basta semplicemente avvicinarsi al "capo cordata" e indicare con la mano sinistra il serbatoio con il gesto classico del pollice e indice tesi. Se invece si ha fame, sete o solo se si vuole gustare un buon caffè, si possono avvisare gli amici con tre gesti molto simili: si porta la mano sinistra verso la bocca con i polpastrelli congiunti se avete il desiderio di mangiare qualcosa, si mette la mano sinistra col pollice in alto come se steste facendo "ok", e portare il pollice verso la bocca, se la vostra voglia è quella di bere qualcosa, stesso gesto ma solo indice e pollice congiunti verso la bocca a simulare la tazzina di espresso, se volete prendervi la pausa caffè. A completare il linguaggio ci sono altri due gesti: se durante un giro sulla vostra moto notate un motociclista che nell'altra direzione punta il dito della mano sinistra verso la strada, vi sta segnalando di fare attenzione, potreste incontrare qualche ostacolo sulla strada come una pozzanghera, sassi o cose di questo tipo. Se invece durante il vostro giro volete rallentare e lasciar passare chi vi segue, basterà solo mettersi al lato destro della carreggiata e allargare la mano sinistra aperta. Il vostro simile capirà il gesto, vi sorpasserà e nella migliore delle ipotesi, vi ringrazierà. Questi sono i sei gesti basilari più diffusi tra i motociclisti, che li accomuna e li unisce ancora di più in questa grande passione.
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